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Luoghi da vedere in Polinesia Francese: Tahiti

Per la verità la nostra conoscenza dell'isola si limita a Papeete, la capitale, in quanto tutto il tempo a disposizione è stato dedicato alle altre isole. Errore? No, solo una scelta. Come d'altronde è stata una scelta Tahaa piuttosto che Maupiti oppure Rangiroa piuttosto che Tikehau, tutto non si poteva fare, il resto sarà per un'altro viaggio.
Tahiti, 170.000 abitanti su una superficie di circa 1.000 kmq., è la più grande isola della Polinesia Francese. E' caratterizzata da due corpi uniti da una sottile lingua di terra: Tahiti Nui, la maggiore, la cui costa nord è dominata dalla capitale, e Tahiti Iti. Una strada costiera di 114 km percorre per intero la prima, mentre l'accesso in auto è solo parzialmente possibile per la più piccola.

Ore 23.45', aeroporto di Papeete. All'arrivo ci accoglie il clima che ci accompagnerà per tutto il soggiorno: temperatura sui 28°, umidità consistente ma poco avvertibile per la brezza che soffia in continuazione.
L'incaricato dell'hotel Tiare, dove avevamo prenotato per tempo, è già lì ad aspettarci e dopo poco siamo nell'ampia e confortevole stanza pronti per "infilarci sotto le coperte" (si fa per dire, ovviamente, vista la temperatura!). L'hotel si trova a circa 20' dall'aeroporto, a pochi passi dal porto ed a ridosso del centro: posizione strategica. Buona sistemazione con vista panoramica sul mare e sulla vicina Moorea dove andremo domani pomeriggio.

La mattina successiva colazione alle 8 (sarà l'unica così tardi!). La città è trafficata, già il Boulevard Pomare (viale di scorrimento a due corsie per senso di marcia che costeggia il mare) è un continuo andirivieni di auto, moto, pullman. Tuttavia ciò che colpisce (almeno, da italiano!) è quanto siano rispettosi nei confronti dei pedoni: basta avvicinarsi alle strisce pedonali per constatare l'immediato ed educato arresto di questo flusso continuo.
Papeete non offre attrazioni turistiche sconvolgenti o preziose, tuttavia il centro città, distante pochi passi, è pittoresco e animato, con strette vie dal traffico abbastanza caotico. Lungo il tragitto sostiamo alla caratteristica Cathédrale de l'Immaculée, colorata costruzione della fine dell'800 ornata da una curata area verde fiorita. Gironzolando nei dintorni passiamo da un moderno e, per certi versi, fuori posto Vaima Center - un concentrato di moderni negozi ed uffici - a vie con una lunga teoria di negozi di abbigliamento sportivo, souvenir, venditori di perle.
La sosta che sicuramente merita la maggior attenzione è il Marché de Papeete, mercato coperto nel quale si possono trovare cose di ogni genere: dagli alimentari, all'abbigliamento, ai souvenir, ai profumi, saponi, e tanto altro. Molto pittoresco e caratteristico, in questo ampio ambiente organizzato su due piani, gli abitanti si ritrovano per consumare pasti, fare gli acquisti quotidiani o più semplicemente solo per scambiare quattro chiacchiere.

E' ad un banco di articoli di abbigliamento, in questo caleidoscopico ritrovo delle varie genìe che popolano Papeete e la Polinesia francese, che facciamo il nostro primo incontro sulle conseguenze di una di quelle che considero la più barbara delle tradizioni locali: i mahu cioè i raerae, i travestiti. Secondo un'usanza, una credenza popolare che si perde nella notte dei tempi e che nessuna colonizzazione ha sradicato, ogni famiglia deve mettere al mondo una femmina. Siccome a madre natura non si comanda, succede che in queste famiglie, dove ciò non avviene, si allevi l'ultimo nato (non so di quanti) come se fosse una femmina. In tutto e per tutto: dall'abbigliamento, al modo di comportarsi.....   E questi esseri umani perdono con il tempo la loro identità maschile, comportandosi, muovendosi e abbigliandosi come le donne pur non essendolo. Nulla a che fare con i trans, quindi, ma solo il drammatico risultato di una usanza veramente poco condivisibile.
Ma di questa anomalia non soffrono, anzi, vivono la loro vita con assoluta disinvoltura e senza complessi di sorta, direi con serenità e normalità. Per quanto possa apparire singolare sono inoltre molto apprezzati e ricercati per le loro doti di lavoratori instancabili, per la loro cortesia, per la loro capacità di relazionarsi con disponibilità (nel senso positivo della parola) con la clientela.  I locali pubblici, i ristoranti, gli alberghi in particolare, ne fanno collaboratori preziosi ma anche le famiglie più agiate li apprezzano per le loro capacitò di svolgere i lavori domestici.
La giornata volge al termine, ci affrettiamo a rientrare all'hotel per recuperare i bagagli e dirigerci verso il vicino porto da dove uno gli ultimi traghetti ci porterà alla vicina Moorea.

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