Tahiti..... è così che buona parte di noi identifica ciò che in realtà altro non è che l'isola principale di un magico mondo formato da cinque arcipelaghi (isole della Società, Tuamotu, Marchesi, Gambier, Australi) che insieme compongono la Polinesia, francese per l'esattezza.
Su un territorio vasto quanto l'Europa, vivono la bellezza di circa 250.000 anime disseminate in 118 atolli e isole la principale delle quali, Tahiti appunto, ne ospita 170.000 nella capitale Papeete e dintorni.
Non si conosce, con esattezza, l'epoca (pare attorno all'anno 1.000 A.C.) e la provenienza dei primi abitanti di queste lontanissime terre, distanti quasi 9.000 km dall'Australia e, dall'altra parte, circa 7.000 km dal continente americano; è certo invece che i primi europei a frequentare queste terre fin dal 1600 furono, avvicendandosi nel tempo, spagnoli, inglesi e francesi. Furono questi ultimi che misero poi le mani definitivamente, dall'inizio del 1900, sulla Polinesia che aggiunse "francese" alla propria denominazione nel 1957. Oggi, dal punto di vista politico ed amministrativo, è una "Collettività d'Oltremare", termine con il quale si identifica un territorio della Repubblica francese dotato di una certa autonomia, con un proprio governo locale con tanto di Presidente e che conia una moneta propria, il Franco del Pacifico (CFP); monete e banconote sulle quali è peraltro stampato "Republique Française".
Un territorio francese quindi a tutti gli effetti, con scarse possibilità di svincolarsi a causa della pressochè totale dipendenza dalle importazioni e dagli aiuti economici che la Francia non lesinava (ndr.: anche in pagamento dei criminali esperimenti nucleari sottomarini, cessati definitivamente solo nel 1996); aiuti peraltro sperperati da passati governi locali corrotti. Situazione che ancora oggi è molto vulnerabile per la citata necessità di contare su importazioni (pressochè per ogni genere alimentare e non) visto che, per quanto bella e ricca di vita sottomarina, non ci sono risorse naturali da sfruttare non bastando il solo turismo e la pesca ai fabbisogni economici del territorio.
Ciò nonostante, la situazione e l'assistenza sanitaria e medica sono valide così come curata è l'istruzione sia primaria sia secondaria che, per quanto ho avuto modo di vedere sulle isole/atolli visitati, è capillarmente presente e curata con servizi di trasporto a domicilio degli scolari. Esiste anche l'università, a Papeete, recente in quanto istituita nel 1987, ma c'è.
La Polinesia francese è un condensato delle etnie che si trovano sparse per il mondo; mai come in questi luoghi si incontrano i tratti somatici caratteristici degli europei in generale, ma anche degli africani, dei cinesi, dei giapponesi, dei sudamericani..... E' il risultato delle immigrazioni che nel tempo hanno interessato queste splendide isole.
Per quanto riguarda la popolazione, rimarrete sorpresi dal constatare quanto siano disponibili e cordiali i polinesiani. Merito, probabilmente, anche del clima favorevole che caratterizza pressochè tutto l'anno, troverete sempre un contesto sorridente e disteso; un pò meno a Bora Bora (centro del turismo polinesiano) ma ampiamente recuperato negli altri luoghi.
Cosa si può fare in Polinesia francese? Tanto, dal trekking sulle isole d'origine vulcanica, alle piacevoli passeggiate sui solitari atolli, alle impareggiabili immersioni in mari veramente cristallini e ricchi, alle piacevoli crociere (in solitaria o meno), ai semplici soggiorni sulle bellissime spiagge; occorre solo parecchio tempo a disposizione, considerate le distanze che ci sono fra un arcipelago e l'altro e le innumerevoli occasioni......
Qualche altra notizia di carattere generale la troverete nella sezione vademecum, senza la pretesa di dare un quadro esaustivo.
Buon viaggio.