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Lasciamo Derry sotto una cappa di nuvole che promette poco, seguendo il profilo costiero dell'ampio bacino formato dal Lough Foyle fino alla punta di Magilligan Point, lo stretto che separa l'Oceano dalla baia del Foyle. Lunghe strisce di sabbia contornano i due lati di questa lingua di terra che si protende verso ovest, quasi a volersi unire con il Donegal che è lì, a due passi, nitido e verde. Purtroppo ha iniziato a piovere e, in combinazione con il vento teso, non è opportuno attardarsi sulle lunghe e deserte spiagge, per quanto sia Magilligan Strand sia Benone Strand siano invitanti. Ci limitiamo quindi a una breve escursione lungo Benone strand, sulla costa atlantica: sono 7km di sabbia dorata, dominata a est da una torre martello di epoca napoleonica, che raggiungiamo con un breve percorso fra basse dune ricoperte di un alto tappeto erboso zuppo di pioggia; sicuramente, sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso vedere sotto i raggi del sole questi incontri di colori con il blu del mare, la sabbia dorata e il verde delle dune.
Ripresa frettolosamente l'auto, proseguiamo verso est lungo una strada che si è allontanata dalla costa, in mezzo a una campagna di praterie delimitate da lontani rilievi montuosi. Giusto nell'ultimo tratto, ci riavviciniamo alla costa e con una posizione sopraelevata che ci lascia godere di un bellissimo panorama sull'intera Benone Strand che, iniziando a Magilligan point, termina proprio allo sperone di Mussenden Temple. Qui giunti, si può scegliere di vedere la caratteristica costruzione a cupola, dall'ampia spiaggia sovrastata dalla parete a picco dove si erge il tempio, oppure di procedere poco oltre e imboccare la strada che porta direttamente al tempio per vedere dall'alto l'incontro dell'oceano lungo questi 7 km di costa dorata. Nel dubbio.... scegliamo di provarle entrambe: a posteriori, si può affermare che per quanto sia impressionante la visione dal basso di questa parete verticale con il sovrastante tempio, dall'alto l'effetto scenico è sicuramente stucchevole per la bellezza dei luoghi circostanti con il verde chiaro dei prati, l'ampia lingua di sabbia e l'oceano che si frange. Dal tempio di Mussenden ci trasferiamo, seguendo un breve viottolo su un tappeto verde smeraldo, alla confinante Downhill Demesne, la principesca dimora fatta costruire alla fine del XVIII secolo dal vescovo di Derry. Di questa costruzione (di cui Mussenden sembra fosse la biblioteca) rimangono pressochè solo le mura esterne, in quanto fu in seguito distrutta da un incendio e pur se ricostruita, poi abbandonata definitamente.
Da Mussenden occorre percorrere una ventina di km., attraverso la campagna irlandese, per giungere a Dunluce Castle. Questo castello, risalente al XVI secolo, sorge in posizione altamente scenografica su un dirupo di origine basaltica direttamente a picco sul mare; le rovine che rimangono oggi, in parte visitabili, sono quanto residua dopo il crollo, avvenuto a metà del XVII secolo, di una intera ala causato dall'erosione del mare.
Il programma prevedeva di percorrere a piedi uno dei tanti sentieri costieri di questa coreografica e variegata costa ma, considerato il meteo, ciò non è stato possibile. Procediamo quindi fino a Ballycastle, dove fissiamo il B&B per le due notti successive e, per chiudere la giornata andiamo alla vicina Carrick-
La mattina seguente si apre nel segno della continuità: pioggerellina e vento. E' in programma una bella scarpinata su un tratto del lungo sentiero della Giant's Causeway
Il bello di questa parte della contea di Antrim è che tutto è racchiuso in un'area ristretta: da Mussenden a Dunluce, come detto, erano 20 km circa; da Dunluce a Ballycastle sono altri 20 e per arrivare a Carrick-
Arriviamo in meno di mezz'ora, parcheggiamo e ci avviamo mentre la pioggia cade a intermittenza; una beve camminata di una quindicina di minuti ci porta all'inizio del luogo più singolare e straordinario che si possa immaginare: una vasta distesa di nere colonne basaltiche a base esagonale che esce dal mare a formare alture facilmente percorribili; uno spettacolo unico nel suo genere, piccole insenature interamente composte da queste formazioni rocciose che sembrano scolpite da una mano umana, dal tanto che è la regolarità della loro forma. Alle spalle l'alta e frastagliata costa che a tratti lascia trasparire ossature simili ma di altezza ben maggiore. Il paesaggio, complice il meteo, è tetro e opprimente ma emana comunque un fascino magnetico.
Procediamo sullo stretto sentiero con l'obiettivo di percorrerlo tutto (sono circa 2 km. sui 17 complessivi del percorso che si può seguire a piedi lungo la costa) per poi passare alla pista che corre sulla sommità dell'alta scogliera, ma il vento rinforza parecchio e la pioggia scende ormai insistente e senza possibilità di difesa alcuna dal tanto che è trasversale. Lasciamo quindi perdere il sentiero alto e ci incamminiamo verso Ballycastle dove arriviamo mentre cessa di piovere e, dopo poco, le nuvole che corrono veloci si decidono a lasciar filtrare qualche esile raggio solare. Tempo pazzo e volubile: nel giro di un'ora o poco più c'è abbastanza sole da decidere di tornare al ponte di corde!
Il ponte di corde di Carrick-
Molto pittoresca e caratteristica la vista dal ponte, ma non è consentito fermarsi: occorre "sbarcare" dall'altro lato per lasciare libero il passaggio al flusso pedonale alternato nelle due direzioni. Sullo scoglio di Carrick-
Chiudiamo così con piena soddisfazione, ma con il rammarico del maltempo a Giant's Causeway, il soggiorno nella contea di Antrim: domani ci trasferiamo a Belfast.